Nel rituale di ogni mattina ci
avviamo fischiettando verso il bagno per toglierci l'ultimo velo di sonno.
Spazzolino, dentrifricio e con un semplice gesto facciamo scendere a fiotti l'
acqua dal rubinetto. Armeggiamo con i nostri saponi ammicando allo specchio e
sentendoci in ottima forma mentre
l'acqua continua a scorrere allegramente. Al termine del rituale finalmente
chiudiamo il rubinetto senza renderci conto di aver già consumato in 5 minuti
40 litri d'acqua solo per lavarci i denti.
Comprendiamo allora come il
consumo medio pro capite di acqua arrivi ai 180-220 litri giornalieri, dei
quali solo 3 litri sono utilizzato per bere. Ma difficilmente immagineremo che
questa è una stima favorevole che non tiene conto del consumo dell'acqua virtuale, quell'acqua invisibile
utilizzata abbondantemente per produrre beni e servizi.
Ritornando all'esempio di prima,
pensiamo di continuare la giornata con una semplice colazione.
Per abitudine o bisogno
fisiologico prendiamo il caffè senza sapere che per farne una goccia servono
1100 gocce d'acqua, per la nostra tazza da 7 grammi 140 litri d' acqua. Dalla
fornita dipensa scegliamo i nostri cereali preferiti come orzo o grano la cui
produzione mondiale richiede rispettivamente 190 miliardi e 720 miliardi di
metri cubi d'acqua (3% e 12% del consumo
globale in agricoltura). Mentre prepariamo le nostre due fette di pane tostato
(40 litri per fetta) ci ricordiamo di aggiungere lo zucchero al caffè senza
sospettare che lo zucchero è ancora più esigente e per produrne un kg possono
servire fino a 1500 litri di acqua (220 miliardi di metri cubi per la
coltivazione mondiale). Concludiamo lo spuntino con una salutare spremuta
d'aracia che ci “costa” circa 170 litri d'acqua a bicchire. E così, prima
ancora di incominciare seriamente la giornata, abbiamo già consumato più di 400
litri di acqua virtuale, quell'acqua embedded
nei processi industriali.
A questo punto ci si può
naturalmente domandare quanta acqua abbiamo a disposizione per soddisfare una
tale massiccia domanda. La risposta putroppo è non molta: del 71% dell'acqua
che ricopre il nostro bel pianeta azzurro il 97.5% è salato e solo lo 0.3% di
quella dolce é facilmente raggiungibile perchè conservata in fiumi e laghi.
Mentre una parte della popolazione può sperperare questo bene vitale godendo di
una distribuzione idrica favorevole, più di un miliardo di persone non ha
accesso a fonti migliorate di acque potabile. Inoltre, secondo la quarta
edizione del United Nations World Water
Development Report, il consumo di acqua nel settore agricolo (che assorbe
il 70% delle risorse disponibili) è destinato ad aumentare di oltre il 19% per far fronte a un
incremento di cibo del 70% entro il 2050. Lontana dai nostri rubinetti,
l'impellente crescita del fabbisogno di acqua virtuale esorta a un forte cambiamento
di un sistema di produzione e distribuzione che non è sostenibile nel lungo
termine.
Proprio per discutere politiche
che possano far fronte a problemi legati alla scarsità idrica si sono riuniti a
febbraio più di 700 stakeholders di tutto il mondo per elaborare un corposo
programma da presenatre durante il World Water Forum che si terrà ad aprile del
2015 in Gyeongju, Republic of Korea.
...E noi, mentre attendiamo di
vedere i risultati del WW Forum, potremmo iniziare col ricordarci di chiudere
bene il rubinetto che perde, risparmiando 200 litri al mese, 2400 all'anno.