Una Smart City è una particolare città che cerca di gestire e risolvere questioni pubbliche utilizzando soluzioni basate sull'ICT e tenendo in considerazione i diversi e numerosi stakeholders; in particolare adesso viene classificata come Smart City ogni città che ha intrapreso un'iniziativa riguardante una delle seguenti caratteristiche: Smart Governance, Smart People, Smart Living, Smart Mobility, Smart Economy e Smart Environment. L'ICT, poi, ha il compito di legare e rafforzare i network che si creano tra persone, lavoratori, infrastrutture, amministrazioni pubbliche e settore energetico, provvedendo anche a fornire strumenti di tipo organizzativo "intelligenti". In sostanza, si tratta di combinare in modo armonico competitività e crescita urbana sostenibile.
Secondo una recente classifica (www.smart-cities.eu/ranking.html) sono le città dell’Europa del Nord (Finlandia, Danimarca, Olanda soprattutto) che stanno portando avanti le più importanti iniziative con lo scopo ultimo di trasformare la semplice città in Smart City. Una città che non appare nella classifica ma che negli ultimi anni ha attuato dei progetti a favore della trasformazione in Smart City, concentrandosi soprattutto sulla Smart Environment, è la città di Helsinki, capitale della Finlandia.
Secondo una recente classifica (www.smart-cities.eu/ranking.html) sono le città dell’Europa del Nord (Finlandia, Danimarca, Olanda soprattutto) che stanno portando avanti le più importanti iniziative con lo scopo ultimo di trasformare la semplice città in Smart City. Una città che non appare nella classifica ma che negli ultimi anni ha attuato dei progetti a favore della trasformazione in Smart City, concentrandosi soprattutto sulla Smart Environment, è la città di Helsinki, capitale della Finlandia.
Ma partiamo dall’inizio. Nel 1987 il cosiddetto Rapporto
Brundtland ha dato la definizione di “sviluppo sostenibile” e sin dall’inizio
degli anni ’90, mentre tutti gli altri paesi iniziavano a capire cosa fosse
esattamente questo sviluppo sostenibile, la Finlandia inseriva nel suo sistema
legislativo numerose norme riguardanti la tutela dell’ambiente e la crescita
economica sostenibile. Nel ’94 il governo finlandese ha chiesto alla
amministrazioni locali di proporre alcuni luoghi dove sarebbe stato possibile
costruire dei nuovi edifici più ecologici possibili, nel rispetto delle nuove
norme ambientali e di conseguenza mettendo in pratica il concetto di “sviluppo
sostenibile”. Uno dei luoghi prescelti è
stato il quartiere di Viikki, appena fuori Helsinki, storica sede della facoltà
di Agricoltura e Silvicoltura.
Eco –Viiki è non solo un quartiere residenziale totalmente ecologico ma anche un progetto sperimentale internazionalmente riconosciuto. Il progetto iniziale prevedeva di estendere l’area universitaria e di costruire una nuova area residenziale, naturalmente preservando il paesaggio circostante e il suo enorme valore dal punto di vista ambientale. Proprio per questi motivi la Città di Helsinki e l’Eco-Community Project hanno lanciato una competizione per la creazione di un progetto per il quartiere; i potenziali competitor dovevano lavorare in gruppo, in modo da inserire esperti dei vari settori. Le regole previste per la creazione dei progetti erano molto severe: la vasta area di 23 ettari doveva comprendere abitazioni per circa 1700 persone e prevedeva anche numerose facilities (scuole, negozi); i progetti dovevano inoltre rispettare principi ecologici riguardanti la costruzione stessa degli edifici, la gestione del traffico, l’uso dell’energia, dell’acqua e sistemi di gestione dei rifiuti.
Il progetto vincente appartiene all’architetto Petri
Laaksonen e venne chiamato “60° 15’’ northern latitude”. Il progetto prevedeva
la costruzione degli edifici in particolari zone chiuse al traffico nelle
quali, “come dita verdi” si inserivano delle aiuole direttamente collegate con
le ampie zone verdi; gli edifici erano strategicamente rivolti a sud e in
maniera tale da abbattere il vento. Il vero piano su cui ci si è basati per la
costruzione del quartiere ricalca quasi fedelmente il progetto vincente. Subito dopo è stata lanciata una ulteriore
competizione per l’approvazione di un progetto che riguardasse solamente la
costruzione “ecologica” dei nuovi edifici; per l’approvazione del progetto
erano necessarie soluzioni non solo ecologiche ed innovative, ma soprattutto
direttamente implementabili al nuovo quartiere. Purtroppo a metà degli anni ’90
non erano ancora chiari i criteri che dovevano essere seguiti per la
realizzazione di questi edifici ma in generale l’attenzione si concentrò sul
risparmio energetico, sulla gestione di
acqua e rifiuti e sull’uso di materiali eco-compatibili per la costruzione stessa
degli edifici. Sfortunatamente alcune
soluzioni ideate non sono state effettivamente implementate a causa di problemi
tecnici. Infine sono stati creati dei veri e propri criteri per il
mantenimento dell’area di Viiki, criteri che hanno preso il nome dalle iniziali dei loro promotori:
PIMWAG. Si tratta di cinque fattori (inquinamento,
disponibilità di risorse naturali, salute, biodiversità della natura e
nutrizione) che si esplicano in 16 criteri da utilizzare per la manutanzione
dell’area e per possibili progetti futuri.
Il progetto finale è stato approvato nel 1998 e la costruzione è iniziata l’anno successivo; nel 2004 è stato costruito l’ultimo edificio. Per ulteriori informazioni sull’area di Viiki http://www.hel.fi/static/ksv/julkaisut/eco-viikki_en.pdf e per la città di Helsinki http://www.hel.fi/static/taske/julkaisut/2012/IBM_SCC_Helsinki__English.pdf